DINASTIA SAVOIA: AMEDEO VI il Conte Verde

Amedeo Vi di Savoia detto il Conte Verde rappresenta un vero e proprio punto di riferimento nella storia di Casa Savoia.
Nato a Chambéry il 4 gennaio 1334 succedette al padre Aimone nel 1343, troppo giovane per governare, un collegio di tutori nominati da Aimone gli permisero la tutela dei suoi diritti oltre ad una adeguata istruzione.
Di carattere forte fin da giovane e deciso a non farsi sopraffarre dai potenti vicini si dedico subito ad azioni di conquista, dimostrando un profondo interesse per la cavalleria, le sue leggi e le sue manifestazioni.
Dopo una serie di successi che gli permisero di conquistare Chieri, Savigliano, Cherasco e Mondovì ritorno a Chambéry nel 1348 e per festeggiare organizzò un grande torneo. Secondo le cronache del tempo si presentò coperto di armi verdi, con le piume dell'elmo verdi e il cavallo coperto da una gualdrappa verde, probabilmente fù quell'apparizione che lo consacrò come il Conte Verde. Quell'evento avvenne nel 1349 nel castello di Bourget in Moriana, inoltre durante quel torneo si consacrarono due fidanzamenti, quello di Amedeo VI con Giovanna di Borgogna e di Bianca di Savoia con Galeazzo Visconti. Un altra occasione in cui si presentò con altri dodici cavalieri completamente vestiti di verde fù nel 1353 dopo la conquista di Sion, al torneo di Bourg en Bresse dove vinse tutte le prove dei tre giorni di torneo.
Il matrimonio con Giovanna di Borgogna avrebbe portato in dote vastissimi territori, la questione avrebbe suscitato molte contese con la Francia, per questo egli rinunciò e attuò uno scambio con il re di Francia che gli permise di annettere numerose signorie e terreni oltre a 40.000 fiorini d'oro. Partecipò al fianco di Carlo di Valois, futuro re di Francia all'avanzata nell'Artois, in seguito a Parigi celebrò le proprie nozze con la sorella minore di Giovanna, Bona di Borbone, donna molto saggia si rivelò un ottima moglie e lo sostituì adeguatamente durante le sue lunghe e numerose assenze.
Nel 1350 Amedeo VI istituì il primo ordine cavalleresco, l'Ordine del Cigno Nero, tale ordine aveva lo scopo di difesa reciproca e di non agressione tra i Signori che vi appartenevano.
La situazione politica che Amedeo VI doveva affrontare non era delle più semplici, nel 1349 marciò su Grenoble e Gap, ma nel 1350 un trattato con la Francia lo obbligò a rinunciare a mire espansionistiche in quella direzione, si concentrò quindi sul piemonte, contro i Visconti, i Monferrato e i Saluzzo.
Un altro problema derivava dagli Acaja, ingiustamente estromessi dal titolo dei Savoia, a dir loro, ingaggiarono dei soldati di ventura che vennero sconfitti da Amedeo VI. Nel 1356 Giacomo d'Acaja occupò dei territori intorno ad Ivrea, Amedeo VI mosse contro Giacomo e conquistò Volvera, Buriasco, Frossasco e Ivrea. Nel 1359 una nuova rivolta di Giacomo fù sedata e il Conte Verde conquistò numerose città degli Acaja, tra cui Torino che si arrese spontaneamente.
Amedeo VI aveva uno spirito religioso, nel 1363 fondò un ordine, con altri 14 cavalieri, essi si proclamarono difensori della fede, tale ordine aveva come simbolo un collare formato da tre cordoncini, annodati in quello che oggi si chiama nodo Savoia, e la parola FERT. Fu quindi fondato l'Ordine del Collare che in seguito divenne il Collare dell'Annunziata.
Il Conte Verde dimostrò tutta la sua abilità politica e diplomatica muovendosi con equilibrio tra il potere del Re di Francia, il prestigio del Papa e l'influenza imperiale. Nel 1365 l'incontro tra Papa Urbano V e l'imperatore Carlo IV di Lussemburgo gli permisero di rafforzare il suo prestigio, accompagnando l'imperatore ad Avignone, ad Arles, al Monastero di San Maurizio e a Ginevra. Nel 1365 ottenne di poter agire in un ampia zona, di importanza strategica per l'imperatore, in nome dello stesso, a tale incarico aspirava anche il Re di Francia. Nello stesso periodo si offrì di partecipare alla crociata indetta dal Papa, insieme a lui si offrirono anche il Re di Francia, di Cipro e di Ungheria, ma chi per un motivo chi per un altro rinunciarono.
Amedeo VI giunse a Venezia con truppe fornitigli dai nobili delle sue terre, da suo cognato Galeazzo Visconti e altri soldati ausiliari e mercenari da lui assoldati. La sua partenza fù molto coreografica, fece issare sulle navi uno stendardo azzurro in onore della vergine Maria, da allora divenne il simbolo dell'Italia ancora adesso utilizzato nelle sciarpe delle divise militari e nelle maglie delle nazionali sportive.
L'obiettivo principale era aiutare l'imperatore Giovanni V Paleologo, accerchiato dai turchi, durante il viaggio nel mare adriatico giunse notizia che era stato fatto prigioniero dai Bulgari, quindi cambiarono i piani, prima Amedeo VI assediò Gallipoli e la conquistò, poi si diresse a Costantinopoli dove rimise in sesto la flotta, riprese il viaggio verso Varna capitale della Bulgaria e l'assediò, nel 1367 l'imperatore fu liberato. Questa impresa lo decretò grande cavaliere e ne ottenne onori e gloria.
Al suo rientro però lo attendevano nuove questioni da sbrigare, gli Acaja che continuavano a tentare di conquistare terre, e una disputa tra i Visconti e i Monferrato. Risolta la questione degli Acaja con l'uccisione del successore di Giovanni, il primogenito Filippo, si dedicò alla disputa contro i Visconti.
Amedeo VI
si mise a capo di una lega italica contro i Visconti , la vicenda portò a guerre e saccheggi, nel 1376 raggiunsero un accordo di pace bloccando le mire espansionistiche dei Visconti verso ovest. Il regno sabaudo si allargò così verso Cuneo, Biella, Chivasso, Riva e Poirino. La sua fama gli fruttò numerose richieste di aiuto dandogli una certa fama in politica internazionale, fù richiesta la sua mediazione per contese in terra subalpina, in Linguadoca, a Pisa e nella lunga guerra tra Francia e Inghilterra.
Nella seconda metà del XIV secolo la guerra tra Genova e Venezia richiese l'arbitrato del Conte Verde, che organizzò un incontro tra le potenze marinare a Torino, riuscì nel 1381 a chiudere un accordo tra le due città, tale accordo lo consacrò come fine diplomatico.
Negli anni successivi avvenne lo scisma d'occidente, in cui, al Papa Urbano VI, venne contrapposto un antipapa: Clemente VII, nominato dai cardinali francesi.
Amedeo VI si schierò con i francesi, partecipò ad una spedizione organizzata da Luigi d'Angiò, in cambio di tale partecipazione avrebbe ottenuto numerosi territori, ma purtroppo nel febbraio 1383 una forte pestilenza scoppiò tra le truppe e colpì anche il Conte Verde che morì il primo marzo nel castello di Santo Stefano di Bitonto.
Dopo un lungo viaggio di ritorno l'8 maggio fù sepolto ad Altacomba.

Commenti

Anonimo ha detto…
fabri,non usare il colore nero,si legge poco...;-)

antonio(tiger)

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