(n.
1468 - m. 1490) - Duca 1482 - 1490
Carlo I, era
fratello minore dello sfortunato Filiberto I, alla sua morte,
ebbe la successione del ducato di Savoia. Era nato in Carignano,
il 25 maggio 1468, quindi aveva solo quattordici anni. Ma
affermano i cronisti che a quell'età egli conosceva
già le principali lingue, oltre al greco e al latino,
e che era bello nella persona, fiero e gentile nei modi.
Luigi XI re
di Francia, suo zio materno, l'aveva fatto educare con cura
dal conte di Dunois, a Chateau-Renaud, in Francia. Durante
il tempo della sua minorità, il nuovo duca di Savoia
rimase di continuo presso quel re, il quale, per impedire
che gli zii paterni di lui aspirassero alla reggenza, o
comunque turbassero il Ducato, si dichiarò suo tutore,
riconfermando il vescovo di Ginevra nella carica
di governatore generale degli Stati di Savoia e respingendo
le pretese di Filippo, conte di Bressa, che voleva riavere
per sè il Piemonte.
Carlo stesso
si oppose con energia all'ambizione di questo suo zio avido
di potere, il quale non riuscì ad ottenere nulla,
e, minacciato da Luigi XI, si rassegnò a ritirarsi
prima nei suoi possedimenti particolari e poi a rifugiarsi
in Germania.
Nell'agosto
del 1483, Luigi XI morì, e nel novembre di quello
stesso anno Carlo I entrò solennemente in Torino
per assumere il governo dei suoi Stati. Gli storici della
sua Casa sono concordi nell'affermare che fin dal primo
giorno egli seppe dar prova di una fermezza d'animo e d'una
risolutezza tali da sorprendere in un principe tanto giovane
(aveva 15 anni)
Si scelse per consigliere il maresciallo di Miolans, nominò
cancelliere Antonio da Campione, e sposò Bianca di
Monferrato , figlia del marchese Guglielmo VIII.
Lo Stato era
in tristissime condizioni. Avveniva spesso che i baroni,
i quali opprimevano e tartassavano i loro vassalli, si ribellassero
al sovrano, tanto si erano abituati all'indisciplina, in
seguito ai disordini provocati nel paese dagli irrequieti
fratelli di Amedeo IX. Carlo I seppe mutare quello stato
di cose, reprimendo con energia e con spirito di giustizia
gli abusi e le ribellioni. Il suo primo gesto d'inflessibile
autorità, lo fece contro il maresciallo Claudio di
Savoia, signore di Racconigi, che volle resistergli e che
venne privato di tutti i suoi titoli e di tutti i suoi beni.
Ebbe poi un
grave dissidio col papa Sisto IV, a cagione del vescovado
di Ginevra, e la soluzione della questione fu tale ch'egli
potè dirsene soddisfatto come di una vittoria.
Nel 1485, in Roma, presente il nuovo pontefice Innocenzo
VIII e parecchi cardinali, ricevette da Carlotta, vedova
di suo zio Lodovico di Savoia ed erede di Giovanni III,
ultimo sovrano di Cipro, di Gerusalemme e d'Armenia, il
titolo di re di quei luoghi, che i suoi successori si trasmisero
fino a inoltrato Ottocento.
Venuto a guerra
nel 1487 col marchese di Saluzzo Lodovico II, incitato contro
di lui dalla moglie (sorella maggiore di Bianca di Monferrato)
e da Claudio di Savoia, gli prese Carmagnola e poi la città
stessa di Saluzzo, che si arrese dopo alcuni mesi di vigoroso
assedio. Lodovico II fu allora costretto a rendere omaggio
a colui che soleva chiamare il Duca fanciullo,
e riebbe le sue città soltanto quando Carlo VIII
re di Francia, successore di Luigi XI, intervenne in suo
favore.
Il contegno
di Carlo I di Savoia di fronte al potente monarca francese
fu tale, in quella circostanza, da destare in quest'ultimo
dei sentimenti di simpatia e d'ammirazione. Infatti, in
un solenne convegno ch'ebbe luogo a Tours per decidere se
il marchese di Saluzzo fosse vassallo del re di Francia
o del duca di Savoia, il giovane Carlo I seppe sostenere
con coraggiosa fermezza e con leali parole i propri diritti,
e ottenne che questi fossero riconosciuti. La questione
di Saluzzo, tuttavia, si rinnovò poco dopo e si prolungò,
ma rimase insoluta.
Ritornato in
Savoia e recatosi poi a Torino, Carlo I, al quale, durante
l'assenza, la moglie Bianca di Monferrato aveva dato alla
luce un figlio, fu preso da una malattia « di languore
», come si diceva allora, contro la quale nessuna
cura fu efficace, e ne morì a Pinerolo appena ventiduenne,
il 13 marzo 1490. Due gentiluomini che l' avevano accompagnato
in Francia erano morti, pochi giorni prima, dello stesso
male inesplicabile ed inguaribile. Quantunque non si potesse
avere alcuna prova positiva, si parlò di un lento
veleno fatto propinare dal marchese di Saluzzo al suo fiero
avversario, durante un gran convito, a Tours. Certo sembrò
singolare e sospetto il vedere, appena morto, il duca di
Savoia, rioccupare senza contrasti nel Saluzzese le città
che aveva perdute e che erano rimaste affidate temporaneamente
al re di Francia.
Si può
affermare che Carlo I, chiamato il Guerriero dai contemporanei
per le sue imprese guerresche (le quali se non furono numerose
nè molto importanti, furono però condotte
con straordinario vigore ed ammirabile ardire) abbia dato
prova, durante il suo breve regno, di una ardente ed ostinata
volontà di liberare gli Stati della sua Casa da qualsiasi
soggezione ed anche da qualsiasi ingerenza straniera. Ciò
fu dimostrato dalla sua condotta energica e fiera verso
Carlo VIII di Francia, e certo in quel senso egli avrebbe
fatto di più, se la sua vita fosse stata più
lunga.
La Corte di
questo principe cavalleresco fu rinomata in Europa come
«scuola d'onore e di virtù ». Vi si distinse,
da giovane, il famoso cavaliere Baiardo, che poi doveva
tanto mostrarsi in Francia.
Da Bianca di
Monferrato, Carlo I ebbe, come s'è già detto,
un figlio, che si chiamò Carlo Giovanni Amedeo (
Carlo II ) e che gli successe infante sotto la reggenza
della madre (ma morì poi a sette anni), ed una figlia
ch'ebbe nome Jolanda Lodovica ma che morì anch'essa
giovinetta.
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